martedì 1 novembre 2011

Poesia dedicata a Kamilat Muhisin

ETIOPIA

Opera nata dalla storia di Kamilat Muhisin

La storia di Kamilat arriva dall’Etiopia. Aveva un futuro luminoso davanti a lei. Ha lavorato in una società privata dei suoi genitori e si è laureata nel 2004 presso il collegio S. Maria con un diploma in scienze. “Un uomo venuto dal nulla ha versato dell’acido sulla mia faccia, e alcune gocce hanno raggiunto anche una delle mie sorelle al volto” racconta Kamilat stesa nel letto di un ospedale. Ha gli occhi coperti da una benda perché ha subito un intervento. Entrambe, una sera, erano di ritorno dal lavoro. Kamilat conosceva bene l’uomo che le ha deturpato il viso. Era un amico da circa cinque-sei anni ma col tempo il suo atteggiamento ha iniziato a cambiare. “Mi seguiva ovunque e sapeva sempre quello che mangiavo e bevevo. Un giorno ha anche minacciato di afferrare la mia mano e di mettermi una bomba tra le dita per mostrare la misura della sua follia. Nel momento in cui mi è stato versato sul viso non sapevo che era acido. L’ho capito quando ha iniziato a corrodere i miei occhi. E’ accaduto in pochi secondi. La reazione immediata è stata quella di cercare il mio viso con le mani. Era quasi bruciato del tutto insieme ai miei occhi. Quando sono arrivati i miei genitori hanno gettato dell’acqua sul volto per fermare la corrosione e poi siamo corsi verso l’ospedale”. Tutta la faccia, tra cui la sua fronte e la zona del torace, sono stati bruciati. L’acido ha sfigurato e provocato uno scolorimento della pelle. Kamilat ha perso i capelli sulla fronte … non ricresceranno mai più. L’acido ha distrutto la funzionalità degli occhi. Il 5 marzo 2007 ha subito un’operazione alle palpebre superiori per poter almeno chiudere gli occhi. Un successivo intervento alle palpebre inferiori le avrebbe permesso di poter chiudere entrambi gli occhi. Il giorno successivo Demesew, l’uomo che l’aveva sfigurata, si è recato in ospedale. Ha insistito sulla possibilità di poter incontrare Kamilat. Alla scoperta della sua identità le infermiere gli hanno chiesto di aspettare fuori e hanno avvisato i suoi fratelli. Demesew è stato arrestato dalla polizia.

 

Kamilat, il volto dei ricordi

I passi si susseguono cercando una donna,

lo spirito abbraccia le aspirazioni del domani

e le mani violente accarezzano un viso fragile.

I passi si susseguono attraversando la via del martirio

nella notte dove i sorrisi tra sorelle appaiono eterni

ed il cuore gioisce, non sa d’essere una preda seguita,

osservata, ricattata da brandelli di una follia.

Quel giorno lo ricordo ancora.

Nello specchio le labbra morbide, gli occhi raggianti

e la pelle rosea nei lineamenti sottili.

Sono io riflessa nel passato … serena.

Nelle mani di un uomo celato inizia la mia condanna

e tra la gente invisibile si consuma l’avvenire.

Si avvicina … bagna il viso … fugge …

il senso del vuoto cresce

e si accascia stanco ai miei piedi

mentre si spezzano le gioie della fanciullezza.

Le urla disperate sono assordanti

e la pelle incandescente si fa chiara, corrode

… stordisce il respiro faticoso.

Le palpebre non trattengono più le lacrime

e nella foto nascosta in un cassetto resta la reminiscenza,

le mani che accarezzano l’espressione in volto,

un’immagine scomparsa

… orfana tra gli oggetti del passato.

 

Selezione Editoriale 7° Concorso di Poesia “Poesie del nuovo millennio” – Edizione 2009

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